Non bastasse l'emergenza dei rifiuti ora è allarme anche per la diossina.
190: questo è il numero di allevatori e produttori di Caserta indagati per la produzione di mozzarelle di bufala alla diossina.
I controlli giudiziari erano già stati preceduti da quelli amministrativi attivati tempo fa dalla Regione, che aveva autonomamente bloccato i conferimenti da parte di 80 allevamenti di bufale.
Nel dicembre scorso l'Asl aveva infatti trovato, all'interno del latte, livelli di diossina di 6 picogrammi (contro i 3 fissati dalla legge).
Il blitz è stato condotto ieri su ordine della direzione antimafia allertata da alcune intercettazioni captate su presunti malori al bestiame e preoccupazioni sulla qualità del latte prodotto. All´alba, i carabinieri dei nuclei del Noe e del Nas sono entrati in 25 caseifici e in 60 allevamenti, prelevando rispettivamente alcune tipologie di prodotti e campioni di latte.
La Direzione antimafia ha disposto il sequestro di partite di mozzarella dei caseifici della provincia di Caserta e Napoli che lavorano latte di questi allevamenti e che, nonostante i divieti, continuavano a vendere mozzarelle e latticini ad aziende che commercializzavano non solo in Campania.
Legambiente plaude al blitz dei carabinieri: «Fare chiarezza subito è l´unico modo per tutelare il made in Italy». Mentre gli assessori regionali Montemarano e Cozzolino (rispettivamente alla Sanità e all´Agricoltura) fanno notare che «i controlli d´iniziativa hanno finora segnalato profili di presunta contaminazione solo su un frammento del 9 per cento dell´intero comparto: è ingiusto coinvolgere in una condanna senza appello anche il 90 per cento di un´economia sana».
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